Giancarlo Onorato, piacere e grazie del tempo dedicato, vedo che siamo anche coetanei, 1960, e quindi nati e cresciuti senza social e internet, come hai vissuto il cambiamento?
Piacere mio. Amo da sempre essere calato nel presente, amo cercare di comprenderlo e interpretarlo. Se sei calato nel tuo tempo, il fatto che gli eventi cambino ti appare cosa naturale. Così non è stata per me una sorpresa, né un fatto da leggere in negativo l’avvento dell’era digitale e delle comunicazioni fatte attraverso tanta virtualità. Il problema è come sempre il nostro modo di interpretare e utilizzare i mezzi. Abbiamo semmai il compito di essere all’altezza di ciò che è il divenire delle faccende umane, e di definire in continuazione il nostro proprio ruolo nel mondo. A diciassette anni mi parve assai chiaro che le cose sarebbero cambiate rapidamente, e la cosa mi eccitava, mi figuravo un futuro fatto di tecnologie sottilissime e di linee sobrie ed eleganti per tutto ciò che ci circonda. Col passare del tempo è stato invece palese che il mondo sarebbe andato incontro ad una accelerazione solo per alcuni aspetti, per rimanere tristemente identico a se stesso per molti altri. Così è la realtà che ci circonda oggi: iperattiva e di grande immediatezza, evoluta in meglio per molti aspetti, ma lo stesso gravida di lacune che ci sono sempre state e che anzi, talvolta tendono persino a peggiorare. Hai iniziato prestissimo la tua carriera musicale, quale è stata la folgorazione che ti ha portato ad intraprendere questa strada?
Sempre la stessa, la ricerca della bellezza, qualcosa che in me coincide con la conoscenza e con il bene, e sono intuizioni che precedono e travalicano qualunque disciplina, e qualunque dato estetico preciso, sia passato, sia da venire. I tuoi ascolti iniziali quali sono stati?
La tua domanda mi permette di chiarire meglio ciò che io intendo per musica. Vorrei fosse chiaro che non metto in competizione forme “alte” e forme “popolari” di espressione musicale. E questo è il mio timone di marcia, la mia unica regola assoluta. Per questo mi ritengo felicemente eretico rispetto a qualunque accademia. Da infante ho assorbito e assimilato una fetta proprio ampia di musica da camera e sinfonica, con parecchia opera lirica. Erano gli ascolti di mio padre, e io recepivo. È stata la mia scuola di armonia. Poi, quando ho cominciato a suonare tutto ciò che mi capitava sotto mano, l’esplorazione e l’emozione provenienti dalla musica tutta mi hanno travolto. Sono passato naturalmente attraverso ogni genere, ma con delle predilezioni tutte mie. La musica più complessa di Mahler e di Shostakovich, o più austera e minimale di Satie erano più vicine ad impressionarmi, e comunque la musica contemporanea più di quella antica o classica facevano e fanno tuttora per me. Poi la scoperta della canzone popolare, e di alcuni autori in particolare sui quali ho esperito forme primordiali ma poi rivelatesi una scuola impagabile di approccio alla chitarra e alla percussione, come Battisti, Tenco, Endrigo; il rock più noto e diciamolo, pacchiano, mi toccava solo nelle sue forme più essenziali e primitive. Insopportabili per me i repertori dei “cantautori”. Mi stimolava il rhythm and blues e mi emozionavano i Beatles e Dylan, finché qualcuno quando ero ormai un preadolescente che cominciava ad avere un indirizzo estetico, mi ha fatto ascoltare i Velvet Underground. Siccome tendevo di mio a mescolare narrativa e musica, da quel momento e da quella scoperta in poi tutto il rock d’arte di sempre, del passato remoto e poi quello che ha attraversato e poi superato il punk e ciò che dal punk stesso si è generato, e poi fino ai giorni nostri, tutto questo intendere la musica popolare come qualcosa di alto e urgente, in grado accordare ciò che è apparentemente semplice con ciò che è composito e solenne e necessario, mi ha conquistato per sempre, e segna profondamente il mio modo di intendere l’arte musicale.Musicista, autore, scrittore, romanziere, la tua preferenza? Se fossi costretto a scegliere una solo di queste arti quale terresti? Sarebbe una condizione disperata, per me. Tuttavia credo che sceglierei, per forza, la musica. La musica può aprire orizzonti espressivi a volte persino sconosciuti allo stesso autore, come la scienza. Inoltre la forma canzone racchiude in sé la dimensione narrativa, quindi credo che riverserei tutto su quello.Una lunga collaborazione con i miei amati Marlene Kuntz, cosa è rimasto e cosa puoi raccontare di questa esperienza? Il rock potente dei MK è abbastanza diverso dai tuoi lavori solisti. Con MK è stata stima, affinità, intesa umana e artistica da subito. Io e Cristiano ci siamo incontrati più volte negli anni, sino poi a sancire un’amicizia con un lungo percorso insieme con “ExLive” e “la ricerca della bellezza”, che è tuttora valido e anzi si annunciano nuove date. Siamo complementari, simili in molte cose e in molte altre diversi, quindi del tutto complementari, e ritengo che ciò abbia decretato la riuscita del connubio Onorato&Godano. Sono quelle cose che non puoi inventare a tavolino, o c’è una chimica oppure no. Per noi c’è stata. I MK poi sono solo in parte diversi da Onorato, e lo sono in sostanza per ispirazione iniziale, che nel loro caso è stata tanto di matrice americana, e basata su sonorità ruvide. Ma la scrittura di Cristiano ha diversi punti di contatto con la mia, inoltre credo che il mio rock non sia meno sanguigno nel contenuto. Dal nostro scambio sono nate cose interessanti per entrambi, specie mi pare di poter dire nelle serate a due, dove il confronto più che musicale è stato ed è di natura più complessa, e si sviscerano le posizioni rispetto alle cose della vita, le letture, le esperienze vissute da chi, come lui, conosce da anni un pubblico vasto, e da parte di chi, come me, non ha masi smesso di crescere in tutti i sensi. Hai fatto centinaia di concerti, epoche dove prima suonavi poi diventavi famoso e magari andavi in tv, oggi il percorso si è ribaltato, che opinione hai dell’attuale mondo basato sui talent televisivi? Bellissimo Quantum, il tema dell’incontro è quello trainante, molto attuale a mio parere in una società che veicola le connessioni umane tramite smartphone e messaggistica, quale visione hai di questi tempi moderni? Cristo pornografico è bellissimo, ma è come nascosto, molto underground, su Youtube c’è, ma non è elencato, hai avuto problemi con questo pezzo? Cosa facilissima in questo paese…. Cosa ti piace ascoltare al giorno d’oggi? Vuoi aggiungere qualcosa di tuo? MAURIZIO DONINI Musicista e scrittore fuori dagli schemi, GianCarlo Onorato è considerato tra le figure seminali della scena indipendente italiana dopo essere stato in adolescenza leader di Underground Life, formazione culto dell’art rock degli anni ‘80, con la quale ha inciso decine di dischi e tenuto centinaia di concerti.
Come solista ha pubblicato i dischi: il velluto interiore (Lilium/Bmg 1996) io sono l’angelo (Lilium/Sony 1998) le nozze chimiche (Lilium/Sony 1999) falene (Lilium/Venus 2004) sangue bianco (Lilium/Venus 2010) “Onorato&Godano exLive” (Lilium, 2014) Premi: Premio PIMI 2010 alla Carriera Premio Giacosa 2012 Le Parole della Musica, Sezione Le Nuvole Principali dischi collettivi: Max Generation (Polygram, 1996) The Different You – Robert Wyatt e noi (Consorzio Produttori Indipendenti – Polygram, 1998) Come fiori in mare (Virgin, 2001) Premio Mei – Miglior Produzione Discografica Indipendente Sulle labbra di un altro ((Lilium/Club Tenco/Venus 2011) È autore dei libri: “Filosofia dell’Aria” (1988, LMPLG/Stampa Alternativa) “L’Officina dei Gemiti” (1992, ‘Millelire’/Stampa Alternativa) “L’ubbidiente giovinezza”, (1999, Il Sestante/Ultrasuoni) “Il più dolce delitto”, (2007, Sironi) “ex-semi di musica vivifica” (2013, VoloLibero) Libri collettivi: “Devi chiamarmi sempre” con CD allegato in cui musica e interpreta le poesie di Anna Lamberti Bocconi (2006, Campanotto Editore) “Il mio posto nel mondo” di De Angelis/Deregibus/Secondiano Sacchi (2007, BUR), presente col saggio “Tenco e Boris Vian, un frastuono gentile” “IndYpendenti d’Italia” di De Angelis/Guglielmi/Sangiorgi (2007, Zona), presente col saggio “Elegie del niente” “La formazione dello scrittore” (2015, Laurana Editore) “Letture d’autore” di Pierluigi Lucadei, (2016, Galaad Edizioni) presente con una lunga intervista Come produttore ha curato numerosi dischi, tra i quali: Come fiori in mare Volume I (Virgin, 2001) Sulle labbra di un altro (Lilium/Club Tenco/Venus 2011) Come direttore artistico ha curato diversi Festival, tra i quali: “Poiesis” Edizioni 2003/2004/2005/2007/2009, Monza e Brianza Premio Paolo Pavanello, Edizioni 2007/2008/2009/2010/2012 Trento “MusiCArte”, 2008 Monza e Brianza “Idee di Suono”, 2008/2009 Verona “Poiesis – una mostra straordinaria”, 2009 Museo d’Arte Contemporanea, Lissone “Festival del Libro 2010”, (in condivisione con Giulio Mozzi), Lissone ”MangiaStorie”, 2011 Bergamo Dal 2015 tiene il Blog “fondale” presso il portale Spettakolo.it Tra il 2010 e il 2015 ha tenuto oltre 200 concerti in tutta Italia, 98 dei quali insieme a Cristiano Godano (Marlene Kuntz). A dicembre 2016 è uscito il singolo “cristo pornografico” anticipatore del nuovo album “quantum”. Il brano è stato supportato dall’opera video creata dal regista Andrea Sorini. |